
Cos’è un test sierologico quantitativo?
È un test finalizzato a individuare gli anticorpi prodotti dall’organismo. Si utilizza un campione di sangue prelevato da un operatore sanitario e inviato in un laboratorio di analisi per la rilevazione delle quantità di anticorpi contro un certo virus (Anticorpi Totali, IgM, IgG).
Gli anticorpi detti “IgM” sono prodotti nella fase iniziale dell’infezione, si ritrovano nel sangue a partire da 3 o 6 giorni dopo la comparsa dei sintomi e tendono poi a scomparire nel giro di qualche settimana. Gli altri anticorpi, detti “IgG”, sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire da un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi (ma possono comparire anche prima) e dovrebbero permanere poi per molto tempo.
Quante tipologie di test seriologici esistono?
I test sierologici sono essenzialmente di due tipi: quelli qualitativi (o rapidi) e quelli quantitativi.
I primi, grazie ad una goccia di sangue, stabiliscono se la persona ha prodotto anticorpi, quindi è entrata in contatto con il virus.
I test quantitativi, per i quali occorre un prelievo di sangue, dosano in maniera specifica la quantità di anticorpi prodotti. Entrambi i tipi di test sierologici vanno alla ricerca degli anticorpi (immunoglobuline) IgM e IgG. In caso di infezione, le IgM vengono prodotte per prime; con il tempo il loro livello cala per lasciare spazio alla produzione di IgG. Quando nel sangue vengono rilevate le IgG significa che l’infezione si è verificata già da diverse settimane, anche se ancora non si conoscono i tempi precisi.
Che differenza c’è tra i test sierologici qualitativi e quantitativi?
I test qualitativi o rapidi si basano sulla tecnica di immunocromatografia e danno una risposta, positiva o negativa, in tempi molto brevi, solitamente entro 15 minuti, senza dare alcuna informazione sulla quantità di anticorpi prodotta. Questo tipo di test consiste essenzialmente in una tavoletta di nitrocellulosa su cui la presenza di anticorpi viene rivelata dalla comparsa di una barretta colorata. Hanno bassa affidabilità in termini di specificità e sensibilità.
I test quantitativi, invece, permettono di conoscere la quantità di anticorpi prodotta da un individuo; con questi test è possibile seguire la variazione della produzione anticorpale effettuando prelievi nel tempo.
Attualmente le metodiche validate per la ricerca quantitativa degli anticorpi diretti verso SARS-CoV-2 sono la chemiluminescenza (CLIA) e la metodica ELISA.
Sia CLIA che ELISA sono metodi affidabili e automatizzabili, permettendo quindi di eseguire moltissimi test nel corso di una giornata grazie a velocità di esecuzione e alla possibilità di essere utilizzati su ampia scala nei vari laboratori di analisi di tutta Italia.
Entrambi i metodi di riferimento, seppur presentando caratteristiche e prestazioni diverse, sono importanti ai fini epidemiologici perché entrambi riconoscono gli anticorpi e possono indicare se l’infezione c’è stata e stabilire, quindi, se il contagio è avvenuto.
Qual è la differenza tra il tampone naso-faringeo e i test sierologici?
Il tampone rileva direttamente la presenza del virus nell’ospite, mentre i test sierologici mettono in evidenza la risposta del sistema immunitario all’infezione.
Inoltre, la rilevazione degli anticorpi non permette di stabilire se il virus, in particolare il SARS CoV-2, è ancora in fase di crescita (fase replicativa): un risultato negativo, quindi, non esclude la possibilità di infezione in atto in fase precoce. La diretta conseguenza sarebbe il rischio di contagio causato dall’individuo.
Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini, per esempio altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2. Ciò significa che i test sierologici potrebbero rilevare anticorpi precedentemente generati contro virus della stessa famiglia, generando “falsi positivi”.
I test sierologici, è importante sottolineare, non rivelano la contagiosità dell’ individuo.