Anemia da carenza di ferro? Cause e rimedi - Laboratorio Analisi Ars Sana

Cosa si intende per anemia da carenza di ferro?

L’anemia da carenza di ferro o anemia sideropenica [dal greco: Sídēros (σίδηρος)= Ferro; e Penìa (πενία)= Povertà], è una malattia caratterizzata da un ridotto quantitativo di ferro nell’organismo.

Il ferro (Fe) è necessario perché fa parte della struttura di alcune proteine molto importanti tra cui l’emoglobina (Hb), una proteina globulare che si trova all’interno dei globuli rossi e consente di trasportare l’ossigeno dai polmoni alle cellule e di eliminare l’anidride carbonica.

L’anemia da carenza di ferro in genere si instaura lentamente, poiché le scorte di ferro dell’organismo si esauriscono dopo diversi mesi. Con la riduzione delle scorte di ferro, il midollo osseo gradualmente produce minori quantità di globuli rossi. In caso di carenza di ferro, i globuli rossi prodotti non sono solo ridotti di numero ma sono anche di dimensioni molto piccole.

Sintomi dell’anemia da carenza di ferro

I sintomi dell’anemia da carenza di ferro tendono a svilupparsi gradualmente e sono simili ai sintomi presenti in altri tipi di anemia, come mal di testa, affaticamento, debolezza e pallore. Molte persone affette da anemia grave da carenza di ferro soffrono di picacismo. Questi soggetti hanno un desiderio irrefrenabile di ingurgitare qualcosa, principalmente ghiaccio, ma talvolta sostanze non commestibili, come terra, argilla o gesso.

Cause fisiologiche

Le cause della carenza di ferro nell’organismo possono essere di natura patologica (determinate da malattie) o fisiologica, vale a dire dipendenti da una serie di condizioni normali che possono determinare un maggior “consumo” di ferro da parte dell’organismo come, ad esempio, il ciclo mestruale, la gravidanza, l’allattamento o il periodo dell’infanzia.

Nelle donne in età fertile, la più comune causa di anemia da carenza di ferro è la mestruazione abbondante (menorragia), che provoca significative perdite di sangue.

Durante la gravidanza le richieste di ferro dell’organismo triplicano, sia per la naturale espansione del numero di globuli rossi, sia per lo sviluppo del feto e della placenta.

Cause patologiche

Le cause più frequenti di anemia da carenza di ferro sono di natura patologica e possono essere distinte in due diversi tipi:

Ridotta disponibilità di ferro, per mancanza di sostanze nutritive o per malattie da malassorbimento. Nei paesi occidentali, ad eccezione delle persone malate di anoressia o di bulimia, la mancanza di sostanze nutritive è rara.

I casi più comuni di mancanza di ferro derivano da situazioni di malassorbimento conseguenti a diversi fattori.

Malattie dell’apparatogastro-intestinale come la celiachia, la gastrite, la presenza di helicobacter pylori, la picofagia (desiderio di ingerire sostanze non nutritive: terra, sabbia, carta, gesso, legno, tessuti, ecc.), la pagofagia (desiderio di ingerire grandi quantità di ghiaccio).

Cure a base di farmaci anti-acidi (indicati perla gastrite, l’ulcera peptica, la malattia da reflusso gastro-esofageo) come gli inibitori della pompa protonica (omeprazolo, lanzoprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo) e gli H2-antagonisti (ranitidina, cimetidina, famotidina, nizatidina, roxatidina.

Interventi chirurgici quali lagastrectomia, il bypass gastrico, la resezione intestinale.

Poi potrebbero esserci fattori esterni costituiti da perdite di sangue evidenti (emorragie da trauma o da fragilità vascolare) o occulte (emorragie interne), da altre malattie e/o terapie, da difetti genetici.

Tra questi fattori, i più comuni sono i sanguinamenti interni del tratto gastrointestinale, presenti con maggiore frequenza nelle donne in post-menopausa e negli uomini sopra i 50 anni, che possono essere causati sia da malattie croniche (ulcera gastrica, angiodisplasia, malattie parassitarie, carcinoma gastrico e del colon-retto), sia dall’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), in particolare, aspirina, indometacina, diclofenac, ibuprofene, naprossene, nimesulide.

Altre malattie che possono causare la comparsa di un’anemia sideropenica sono: il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, l’insufficienza cardiaca, l’insufficienza renale, l’artrite reumatoide, l‘obesità, diverse forme tumorali e le relative chemioterapie.

Diagnosi

In presenza di disturbi riconducibili all’anemia da carenza di ferro il medico di base, dopo essersi informato sullo stato di salute generale e sulle abitudini della persona malata (anamnesi), esegue la visita e, se lo ritiene necessario, prescrive alcune analisi del sangue e/o indirizza il malato dallo specialista in gastroenterologia o in ginecologia per ulteriori approfondimenti.

L’accertamento (diagnosi) dell’anemia è affidato quasi sempre agli esami di laboratorio eseguiti sul sangue ed in particolar modo all’emocromo

L’emocromo, di norma, è accompagnato dall’esame microscopico dello striscio di sangue, analisi che oltre a confermare le quantità permette anche di valutare le dimensioni, l’intensità di colorazione e la forma dei globuli rossi. Nell’anemia da carenza di ferro i globuli rossi possono apparire più piccoli della norma (microcitici) e meno intensamente colorati (ipocromici).

Possono, inoltre, essere presenti globuli rossi con forme e dimensioni diverse e poco omogenee tra loro (aniso-poichilocitosi).

L’accertamento (diagnosi) dell’anemia si ottiene anche attraverso il dosaggio dei livelli di ferritina e del ferro circolante (sideremia) che, in caso di anemia, risultano diminuiti.

Terapia

La cura dell’anemia sideropenica è mirata a riportare nella norma i livelli di emoglobina e a ripristinare le riserve di ferro dell’organismo, mediante:

  • rimozione delle cause che ne determinano la carenza
  • integrazione delle riserve di ferro

Il primo punto è il più importante perché qualsiasi terapia farmacologica sarebbe inefficace se non fossero eliminate le cause alla base della mancanza di ferro. Per questo motivo è opportuno che, dopo aver individuato la causa dell’anemia, la persona malata sia indirizzata allo specialista più adatto a curare la malattia che ha determinato la carenza di ferro.

Per ricostituire le riserve, la terapia migliore è il ferro da prendere per bocca (via orale) perché è efficace e sicuro. La sostanza solitamente prescritta a questo scopo è il solfato ferroso.

(fonte: Istituto Superiore della Sanità)

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n.b. Le informazioni presenti in questo articolo hanno uno scopo divulgativo e non devono in nessun caso sostituire l’attività medica, né essere alla base di prescrizioni, diagnosi o terapie gestite autonomamente